Concerti in Cortile

           

Prenotazione obbligatoria entro il 14 giugno: eventi@fondazioneprimoli.it

Lettres de Louis Duchesne à Giuseppe Primoli (1899-1921)

Presentazione del libro
“Lettres de Louis Duchesne à Giuseppe Primoli (1899-1921). Introduction et édition par Olivier Poncet”
(Tab edizioni 2024)


Saluti istituzionali

Intervengono
Tommaso di Carpegna Falconieri
Olivier Poncet

In collaborazione con École française de Rome

Bambini soldato. Oltre i labirinti dell’orrore

Personne, droit et justice: la contribution du droit canonique dans l’expérience juridique contemporaine.

I Greci di fronte ai geroglifici. Morte di una scrittura e nascita di un mito

Ciclo di quattro conferenze di Jean-Luc Fournet, professore al Collège de France (Parigi)
Maggio-giugno 2024


Nell’ambito delle Lectures méditerranéennes 2024 dell’École française de Rome.

Tema delle conferenze

Ben più di una forma di scrittura utilizzata in maniera continuativa dagli Egizi fino alla fine del IV secolo d.C., i geroglifici hanno da sempre esercitato un grande fascino, sollevando interrogativi e stimolando fantasiose suggestioni molto oltre i confini della valle del Nilo e il tramonto della civiltà dei faraoni. Segni destinati alla comunicazione, hanno assunto poco a poco i contorni del mito per incarnare il paradigma di una scrittura deputata a nascondere segreti ineffabili, al punto che non sarebbe bastato Champollion a spezzare l’incantesimo che ancora oggi ci rapisce di fronte all’Egitto e ai suoi misteri.

Gli Hieroglyphica del filosofo greco Orapollo, un’opera che da sola esemplifica la storia di queste fantasticherie mediterranee, sarà il filo conduttore di un viaggio che ci porterà dalle sponde del Nilo a quelle del Tevere, passando per Costantinopoli. Il trattato, scritto come si ritiene nel momento in cui geroglifici stavano cadendo in disuso, offre una testimonianza del fascino esercitato sui Greci da questa antica scrittura. Rinvenuto su un’isola delle Cicladi nel 1419, e portato in Italia, questo testo avrebbe alimentato una vera e propria “geroglificofilia” di cui Roma sarebbe stata a lungo l’epicentro grazie ai suoi monumenti egizi. Ma c’è da chiedersi se quest’opera, peraltro l’unica sui geroglifici giunta fino a noi dall’antichità greco-romana, non rappresenti essa stessa un mito da sfatare.

Programma

Il tramonto della cultura geroglifica

Martedì 21 maggio 2024, ore 18.00-19.30

Ambasciata di Francia in Italia Institut français Italia, palazzo Farnese, salone d’Ercole (piazza Farnese 67)

La fine di una scrittura è un fenomeno tanto suggestivo quanto concettualmente istruttivo. Inventati poco prima del 3100 a.C., i geroglifici e le scritture che ne derivarono (ieratica e demotica) dovettero confrontarsi con il nuovo ordine linguistico instaurato a seguito della conquista dell’Egitto da parte di Alessandro nel 332 a.C., quando il greco divenne la lingua del nuovo Stato, mentre l’egiziano e le sue scritture furono relegati a un ruolo di secondo piano. La riduzione dell’Egitto a una provincia dell’Impero romano nel 30 a.C. non fece che acuire questo fenomeno già in atto. Tracciando la traiettoria del progressivo declino delle scritture geroglifiche fino alla loro definitiva estinzione nel 394 (per i geroglifici) e nel 452 (per il demotico), il nostro obiettivo è individuare i fattori che ne hanno determinato la scomparsa e la conseguente sostituzione con la scrittura copta, destinata a diventare dominante in Egitto per diversi secoli. Dietro quest’ultimo fenomeno in particolare si cela una rivoluzione culturale e religiosa di cui il cristianesimo è stato il detonatore.

Per partecipare alla conferenza inauguraleprenotazione obbligatoria tramite il formulario online (nei limiti dei posti disponibili).


I Greci e i geroglifici: tra fascinazione e fraintendimenti

Lunedì 27 maggio 2024, ore 18.00-19.30

Accademia di Francia a Roma – Villa Medici (Viale della Trinità dei Monti, 1)

Il mito dei geroglifici, nelle forme in cui si è sviluppato nell’Europa moderna, trae le proprie origini dall’interpretazione che i Greci diedero delle scritture egizie. Sedotti dalle sirene dell’“egittofilia” al più tardi a partire dall’età di Erodoto (V secolo a.C.), i Greci, una volta stabilitisi in Egitto, ne studiarono da vicino la cultura e le forme della scrittura. Ma lo fecero con un approccio più da filosofi incuriositi dall’alterità di questo sistema grafico e dalle sue implicazioni intellettuali, che da filologi intenzionati a comprenderne le modalità di funzionamento. Spettatori e artefici del declino e della scomparsa delle antiche grafie egizie, lasciarono numerose testimonianze scritte del loro interesse per i geroglifici. Diffusesi nel resto del mondo ellenistico e riscoperte durante il Rinascimento, queste opere hanno segnato profondamente la visione che i “moderni” ebbero dell’antica scrittura egiziana. Con i Greci entreremo nella fabbrica del mito dei geroglifici.


Orapollo: l’autore di un trattato greco sui geroglifici?

Lunedì 3 giugno 2024, ore 18.00-19.30

Fondazione Primoli (via Giuseppe Zanardelli, 1)

L’unica opera greca interamente dedicata ai geroglifici, sfuggita al naufragio della letteratura classica, sono gli Hieroglyphica di Orapollo, il cui manoscritto, rinvenuto da un prete italiano sull’isola di Andro nel 1419, nel 1422 si trovava a Firenze. Il trattato avrebbe potuto cambiare il corso della storia della decodificazione dei geroglifici, anticipando quest’ultima di quattro secoli. L’autore, un intellettuale alessandrino appartenente a una famiglia pagana, nutriva interessi per la cultura e la religione degli antichi Egizi: era dunque nella condizione di poter fornire nei suoi scritti informazioni corrette e di prima mano su questa grafia. Ma così non fu: il testo, pur descrivendo circa duecento geroglifici con relativa interpretazione, non ebbe alcuna eco nell’Antichità e a dispetto della popolarità di cui godette a partire dal Rinascimento, non fece che fuorviare i “moderni” nella loro ricerca della chiave d’interpretazione dei geroglifici. Sebbene vi si ritrovino tutti i pregiudizi dei Greci sui caratteri della scrittura egizia, il trattato solleva tuttora numerosi interrogativi sulla data e il contesto della sua redazione, al punto da mettere in dubbio le certezze che fino a oggi si credeva di avere su questa opera: e se anche gli Hieroglyphica fosse un testo ancora tutto da decifrare?


Gli errori di decodificazione: decostruzione di un mito

Lunedì 10 giugno 2024, ore 18.00-19.30

Museo Nazionale Romano, Palazzo Altemps (via di S. Apollinare, 8)

Tra la scoperta del trattato di Orapollo e la decodifica dei geroglifici a opera di Jean-François Champollion a partire dal 1822, gli studi sulla scrittura degli antichi Egizi si erano sostanzialmente arenati, malgrado la civiltà dei faraoni continuasse a destare l’attenzione e l’interesse degli studiosi. Il fatto che non fosse ancora avvenuto il ritrovamento di un reperto simile alla stele di Rosetta (scoperta nel 1799) non basta a spiegare questa stagnazione, le cui cause sono riconducibili in parte a quei pregiudizi dei Greci che l’Europa moderna ereditò al tempo della riscoperta entusiasta della letteratura classica in età rinascimentale. Dopo aver contribuito ad accelerare la scomparsa dei geroglifici nella fase finale della loro storia, i Greci ne rallentarono, loro malgrado, il momento della decodificazione consegnando al mondo moderno le fantasticherie che avevano elaborato su questa scrittura e che funsero come una sorta di blocchi epistemologici. La riscoperta delle opere neoplatoniche, contestuale a quella del trattato di Orapollo, non fece che sviare una volta di più i tentativi degli “antiquari” – primo fra tutti il gesuita Athanasius Kircher – di restituire un significato alle iscrizioni in geroglifici. La nascita delle discipline storico-filologiche, destinate a trionfare nell’Ottocento, è avvenuta anche grazie alla decostruzione del mito elaborato intorno ai geroglifici.


LECTURES MÉDITERRANÉENNES

Dal 2016, le “Lectures méditerranéennes” organizzate a Roma esplorano la storia del Mediterraneo da diverse angolazioni. Sono stati sette i precedenti cicli di conferenze sui seguenti temi: Mazarin et l’Italie raccontato da Olivier PoncetUn nuovo mondo nel Mediterraneo: l’Islam (VII-X sec.) presentato da Annliese NefSorelle latine con Andrea GiardinaI viaggi filosofici di Averroè, Maimonide e Montaigne interpretato da Ali BenmakhloufGli insulti del giovane Dante. Poesia e politica a Firenze con Giuliano Milani, e Dalla res publica alla repubblica, tra antichità e modernità con Claudia Moatti, e Gli Ottomani e il passato mediterraneo: narrazioni, eredità, patrimonio con Edhem Eldem.

Queste “letture” intendono sottolineare il ruolo centrale giocato dallo spazio mediterraneo nella costruzione del mondo europeo, come lo traduce l’espressione «culla di civiltà» spesso utilizzata a tal proposito. Da millenni queste ultime si sono succedute forgiando un universo la cui originalità è stata più volte sottolineata.

Si tratta d’interrogare la realtà contemporanea del Mediterraneo al prisma delle diverse scienze sociali. Rivisitare le epoche e i personaggi del passato posando su di loro il nostro sguardo e le nostre domande di uomini e donne del XXI secolo, dare ai grandi interrogativi che attraversano questo inizio del secondo millennio (mobilità, ambiente, religione, territorio, etc.) la profondità della riflessione storica, questa è l’ambizione che guida le “Letture”.

Il relatore dell’edizione 2024: Jean-Luc Fournet

Jean-Luc Fournet, dopo essere stato membro dell’Institut Français d’Archéologie Orientale del Cairo (1992-1996), e successivamente ricercatore presso il CNRS (1996-2004), nel 2004 è stato nominato direttore degli studi di papirologia greca all’École Pratique des Hautes Études, prima di diventare nel 2015 titolare della cattedra di “Cultura scritta della tarda Antichità e papirologia bizantina” al Collège de France. È inoltre membro dell’equipe “Monde byzantin” dell’UMR 8167 “Orient et Méditerranée”. Come editore di papiri ha sviluppato un approccio globale alla documentazione, focalizzando la propria ricerca sulle interazioni tra testi letterari e testi documentari e, più in generale, sulla civiltà del Tardoantico, con un particolare interesse per il pluralismo linguistico e le modalità di espressione della cultura scritta.

Tra i suoi lavori recenti: The Rise of Coptic: Egyptian versus Greek in Late Antiquity, Princeton-Oxford 2020 e l’edizione degli Hieroglyphica d’Horapollon de l’Égypte antique à l’Europe moderne: histoire, fiction et réappropriation (Studia Papyrologica et Aegyptiaca Parisina, 2, Paris 2021).

Informazioni pratiche:

Le conferenze si terranno in francese, con traduzione simultanea in italiano.
Iscrizione obbligatoria per la conferenza a palazzo Farnese il 21 maggio 2024 (formulario online).
Ingresso libero nel limite dei posti disponibili per le altre conferenze. La prenotazione è consigliata tramite i formulari online, che saranno pubblicati su questo sito. 

La collezione di kakemono di Giuseppe Primoli

La collezione di kakemono (letteralmente “cosa appesa”) appartenuta a Giuseppe Primoli costituisce un unicum in Italia ed è uno strumento fondamentale per comprendere la moda del giapponismo che investì l’Europa nel XIX secolo. Ma non è tanto il soggetto dei rotoli (per lo più appartenente al genere tradizione di Kacho-ga, “pittura di uccelli e fiori”) quanto l’utilizzo fatto dal conte Primoli che ne costituisce l’unicità: i kakemono sono stati utilizzati come raccolta di autografi degli artisti e letterati frequentatori del salotto di Palazzo Primoli (e non solo) con annotazioni di frasi, poesie e partiture musicali (vi sono partiture di Débussy e Puccini, poesie di Maupassant, pensieri di Verga, autografi di Henry James).

La mostra si inaugura a conclusione di un lungo lavoro di restauro iniziato nel 2022 e conclusosi ad aprile di quest’anno, grazie al finanziamento della Regione Lazio, Direzione Cultura e Lazio Creativo, Area Servizi Culturali e Promozione della Lettura.

La collezione restaurata verrà presentata in occasione dell’inaugurazione e della giornata di studi che si terrà martedì 14 maggio alle ore 15, con saluti introduttivi di Letizia Norci Cagiano (direttrice Fondazione Primoli) e Ilaria Miarelli Mariani (direttrice Musei Civici – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali) e interventi di Rossella Menegazzo (Università degli Studi di Milano), Filippo Comisi (PhD), Elena Camilli Giammei (Museo Napoleonico – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali), Giulia Gorgone (storica dell’arte), Manuela Belli (restauratrice). Coordinerà l’incontro Matilde Mastrangelo (Sapienza Università di Roma).

Il pomeriggio di studi sarà preceduto, alle ore 14, da una visita guidata con i curatori (Elena Camilli Giammei, Laura Panarese, Marco Pupillo) alla mostra “Giuseppe Primoli e il fascino dell’Oriente” al Museo Napoleonico. Per prenotazioni: info@fondazioneprimoli.it

Memorie del futuro. Sguardi e dialoghi tra generazioni

Interventi di
Massimo Cerulo
Paolo Jedlowski

Modera
Antonio Rafele

Partecipano
Alberto Abruzzese
Giovanni Ragone

Ingresso libero fino ad esaurimento posti

“Storia della recitazione teatrale” di Claudio Vicentini

Discours sur la décadence des lettres, de Mathurin Régnier à Charles Baudelaire

Note tra i libri – Concerto di Gabriele Joima

“Estranei alla terra” di José Tolentino de Mendonça

Premio Giuseppe Primoli per la fotografia 2023

La Fondazione Primoli assegna ogni anno tre premi internazionali dedicati alla figura del suo fondatore Giuseppe Primoli per promuovere giovani talenti: un premio per la fotografia; due premi letterari, per il romanzo e per la poesia, in lingua italiana e francese.

Il prossimo 5 aprile presso le Officine fotografiche (via Giuseppe Libetta, 1), alle ore 18,00 saranno consegnati i premi per la fotografia 2023 e saranno esposti i progetti premiati.

Il tema del premio di fotografia 2023 era “La mise en scène”.

Il primo premio, pari merito, è stato assegnato ai progetti fotografici Choice di Pietro Calligaris e Intersezioni di mondi di Emma Graziani.
Entrambi gli autori – si legge nella motivazione – hanno saputo dare un’interpretazione personale del tema proposto dal bando, attraverso l’utilizzo di uno spazio scenico esterno, un’opera immersiva come il cretto di Burri in Choice e un luogo non luogo come una spiaggia in Intersezioni di mondi. Inoltre, entrambi i progetti presentano omogeneità estetica, coerenza narrativa e notevoli qualità tecniche, pur differenziandosi nel metodo.

La giuria ha, inoltre, assegnato una menzione speciale a Straticore di Zoe Ferrara per la capacità di entrare nel tema del bando con notevoli capacità estetiche e tecniche attraverso riferimenti pittorici.