Al Labirinto. 50×50. 15 artisti per un mito

Mostra a cura di Paolo Giorgi.

Patrizia Bonanzinga. Visioni autobiografiche

VISIONI AUTOBIOGRAFICHE
di Patrizia Bonanzinga

Mostra
17 ottobre – 15 novembre 2024

A cura della Fondazione Primoli, in collaborazione con la Fondazione Severino e Arteficio srl

Inaugurazione
Giovedì 17 ottobre, ore 1820.30

VISIONI AUTOBIOGRAFICHE è il titolo della prima antologica di Patrizia Bonanzinga, nella quale sarà proposta una lettura trasversale dell’archivio della celebre fotografa. 
La mostra, curata dalla Fondazione Primoli, con la collaborazione della Fondazione Severino e di Arteficio srl, sarà inaugurata il prossimo 17 ottobre, alle 18, presso la Fondazione Primoli a Roma in via Zanardelli,1.
Le opere saranno esposte fino al 15 novembre, dal lunedì al venerdì 9.30-13, 14-17
L’opera di Bonanzinga è caratterizzata da due piani distinti: da una parte viene documentato il viaggio in territori sensibili, con l’intento di raccontare storie, realizzando reportage; dall’altra si indaga la relazione che intercorre tra fotografia e realtà, tra apparenza e verità, tramite la costruzione di immagini digitali tagliate, rimontate, sovrapposte o fuse tra loro. In tal modo vengono rappresentate nuove realtà: plausibilmente reali, a volte, del tutto surreali, altre volte, ingannevoli, altre ancora.
La fotografia è un linguaggio complesso, ostico quasi come quello della matematica, sebbene comprenda in sé un fascino irresistibile, quello dell’apparente semplicità dello sguardo. Come la matematica che, tra le altre cose, sollecita un istinto tanto immediato quanto magico, quello dell’intuizione.
La mostra antologica raccoglie alcune delle più significative opere tratte dai principali lavori:
– “The Road to Coal” reportage sulle miniere in Cina https://www.patriziabonanzinga.com/it/03/carbon.html 
– “Time Lag” reportage sul Mozambico https://www.patriziabonanzinga.com/it/03/time-lag.html 
– “Forme della Natura” https://www.patriziabonanzinga.com/it/01/boschi.html
– “Nelle mie stanze” https://www.patriziabonanzinga.com/it/01/nelle-mie-stanze.html 
– “Groenlandia” https://www.patriziabonanzinga.com/it/01/groenlandia.html 
– “The Big Data World” https://www.patriziabonanzinga.com/it/01/big-data-world.html 

In occasione della mostra sarà pubblicato un catalogo con testi di Alberto Abruzzese e Marta Braun.

PATRIZIA BONANZINGA (Bolzano, 1954)
www.patriziabonanzinga.com
Matematica e fotografa, ha vissuto a più riprese all’estero. Nel 1995, dopo il suo trasferimento a Pechino, ha lasciato il mondo della ricerca scientifica decidendo di dedicarsi esclusivamente alla fotografia. Ha curato mostre, collaborato con autorevoli riviste e svolto corsi universitari a contratto. Le sue fotografie sono inserite nelle collezioni della Galleria nazionale d’arte moderna di Roma, della Moscow House of Photography, del Multimedia Art Museum di Mosca, del MAXXI Roma, del Centro di Documentazione e di Formazione Ricardo Rangel di Maputo, del Ministero Affari Esteri, della Fondazione Bracco di Milano e in numerose collezioni private.
Ha collaborato, tra gli altri, con: Hermes (Parigi), Palazzo delle Esposizioni (Roma), FAI (Roma), UNICRI (Torino), Cooperazione italiana (Roma), Ministero della Giustizia (Maputo), Ambasciata di Spagna (Roma), Matteo Thun & Partnes (Milano), The Living Chapel Project, Inspired Harmony, (Connecticut, USA), Sistema Museale Medianiene, (valle dell’Aniene, Roma).
Bonanzinga è autrice di quattro libri: The Road to Coal, Hopefulmonster, Torino 2004; Ritrovi, Maschietto Editore, Firenze 2007; L’Altra Infanzia, UNICRI, Torino 2009; Time Lag, Damiani, Bologna 2011.

Orari mostra
Dal lunedì al venerdì
9.30-13, 14-17

Bambini soldato. Oltre i labirinti dell’orrore

La collezione di kakemono di Giuseppe Primoli

La collezione di kakemono (letteralmente “cosa appesa”) appartenuta a Giuseppe Primoli costituisce un unicum in Italia ed è uno strumento fondamentale per comprendere la moda del giapponismo che investì l’Europa nel XIX secolo. Ma non è tanto il soggetto dei rotoli (per lo più appartenente al genere tradizione di Kacho-ga, “pittura di uccelli e fiori”) quanto l’utilizzo fatto dal conte Primoli che ne costituisce l’unicità: i kakemono sono stati utilizzati come raccolta di autografi degli artisti e letterati frequentatori del salotto di Palazzo Primoli (e non solo) con annotazioni di frasi, poesie e partiture musicali (vi sono partiture di Débussy e Puccini, poesie di Maupassant, pensieri di Verga, autografi di Henry James).

La mostra si inaugura a conclusione di un lungo lavoro di restauro iniziato nel 2022 e conclusosi ad aprile di quest’anno, grazie al finanziamento della Regione Lazio, Direzione Cultura e Lazio Creativo, Area Servizi Culturali e Promozione della Lettura.

La collezione restaurata verrà presentata in occasione dell’inaugurazione e della giornata di studi che si terrà martedì 14 maggio alle ore 15, con saluti introduttivi di Letizia Norci Cagiano (direttrice Fondazione Primoli) e Ilaria Miarelli Mariani (direttrice Musei Civici – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali) e interventi di Rossella Menegazzo (Università degli Studi di Milano), Filippo Comisi (PhD), Elena Camilli Giammei (Museo Napoleonico – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali), Giulia Gorgone (storica dell’arte), Manuela Belli (restauratrice). Coordinerà l’incontro Matilde Mastrangelo (Sapienza Università di Roma).

Il pomeriggio di studi sarà preceduto, alle ore 14, da una visita guidata con i curatori (Elena Camilli Giammei, Laura Panarese, Marco Pupillo) alla mostra “Giuseppe Primoli e il fascino dell’Oriente” al Museo Napoleonico. Per prenotazioni: info@fondazioneprimoli.it

Premio Giuseppe Primoli per la fotografia 2023

La Fondazione Primoli assegna ogni anno tre premi internazionali dedicati alla figura del suo fondatore Giuseppe Primoli per promuovere giovani talenti: un premio per la fotografia; due premi letterari, per il romanzo e per la poesia, in lingua italiana e francese.

Il prossimo 5 aprile presso le Officine fotografiche (via Giuseppe Libetta, 1), alle ore 18,00 saranno consegnati i premi per la fotografia 2023 e saranno esposti i progetti premiati.

Il tema del premio di fotografia 2023 era “La mise en scène”.

Il primo premio, pari merito, è stato assegnato ai progetti fotografici Choice di Pietro Calligaris e Intersezioni di mondi di Emma Graziani.
Entrambi gli autori – si legge nella motivazione – hanno saputo dare un’interpretazione personale del tema proposto dal bando, attraverso l’utilizzo di uno spazio scenico esterno, un’opera immersiva come il cretto di Burri in Choice e un luogo non luogo come una spiaggia in Intersezioni di mondi. Inoltre, entrambi i progetti presentano omogeneità estetica, coerenza narrativa e notevoli qualità tecniche, pur differenziandosi nel metodo.

La giuria ha, inoltre, assegnato una menzione speciale a Straticore di Zoe Ferrara per la capacità di entrare nel tema del bando con notevoli capacità estetiche e tecniche attraverso riferimenti pittorici.

Osservazioni nomadi in assenza di vento

Personale di Ottavio Celestino

A cura di Diego Mormorio

Nella produzione di Ottavio Celestino è viva la continua ricerca nel rivisitare il concetto stesso di natura nel tentativo di sciogliere i fili del rapporto natura-cultura per scoprirne l’essenza stessa e tradurre così la sua attrazione per l’ecosistema. Il complesso cosmo vegetale, gli alberi con la loro imponente magia, la molteplicità biologica, le trame intriganti e misteriose delle foreste. Una rappresentazione lontana dalla forma concreta e descrittiva, ma protesa ad una trasposizione della realtà, che grazie all’esplorazione di tutte le possibilità tecnologiche, Celestino modula in una successione di momenti peculiari. La natura viene fantasticata, reindirizzata, contrastata, decostruita, riassemblata, ma sempre messa in discussione.

Contributi e testi critici di Alberto Abruzzese, Diego Mormorio, Caterina Volpi.

Apertura mostra dal 14 novembre al 14 dicembre 2023 | Lunedì-Venerdì 10-17

Inaugurazione Martedì 14 novembre, ore 18-21

Geometrie del Vivere 1: Inter/Trans Libri

Installazione di Daniela Bertol

14 aprile – 9 maggio 2023

Inaugurazione venerdì 14 aprile, dalle 17 alle 20

La biblioteca della Fondazione Primoli ospita una mostra / installazione di Daniela Bertol, la prima della serie Geometrie del Vivere, presentazione visiva di lavori multimediali e transdisciplinari sul rapporto tra geometria, architettura e corpo. La specificità della biblioteca come luogo dedicato alla comunicazione del pensiero e della cultura ha ispirato non solo l’allestimento ma anche la scelta dei lavori dall’opera dell’artista, anche autore, studiosa e designer, che per diversi decenni ha lavorato con diversi media, congiungendo video e digitale con earth-art e a diverse scale d’intervento, dai gioielli al paesaggio.
È la geometria il comune denominatore di tematiche e mezzi espressivi: l’universo geometrico con la sua influenza nella vita umana e nel mondo della natura. La definizione in termini geometrici del tempo e dello spazio sono costanti nella teoria e pratica artistica di Daniela Bertol, che ha radici nei rapporti tra scienza, architettura, arte e filosofia—creando una transdisciplinarità emergente dall’uso di diversi media che tessono le diverse tematiche e linguaggi artistici. Seguendo un approccio olistico e meta-disciplinare, tipico della trattatistica, metodologie e media sono sviluppati in un rapporto di sinergia tra produzione e sapere, in cui i linguaggi artistici diventano anch’essi una metodologia progettuale.
L’installazione multimediale include videoproiezioni e stampe digitali, selezionate dall’archivio dei lavori degli ultimi vent’anni, ed è stata progettata dall’artista in specificità con lo spazio architettonico della biblioteca: le scaffalature si trasformano in telai/cornici che accolgono tessuti trasparenti supporto per stampe e proiezioni. Sono interventi effimeri da un punto di vista di materiali e costruzioni ma visivamente prominenti, metafora dell’integrazione tra scrittura e linguaggi dell’arte. Fotografia e video sono componenti di processi di produzione artistica, integrati con tecniche digitali per creare rigorosi diagrammi e mappe, strumenti di ricerca e metodologie. 
Il concetto di un universo matematico si innesta nella filosofia greca, che sin da Platone e Pitagora, dichiarava che “Tutto è numero”. La ricerca su fondazioni matematiche della cosmologia continua nel pensiero occidentale: Galileo affermava che l’universo “è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi ed altre figure geometriche”. Ipotesi su un universo matematico continua nelle teorie cosmologiche contemporanee. Nei lavori di Bertol la geometria è uno strumento di interpretazione della realtà ma anche di definizione di prassi progettuali. Algoritmi e metodologie computazionali sono utilizzate per generare forme la cui definizione numerica e geometrica definisce l’aspetto visivo. 

Geometrie del Vivere 1 si articola in tre tematiche, presentate in diversi spazi della Biblioteca. Il primo tema è Geometria e Movimento: Finding the Axis Mundi, che esplora la ricerca del rapporto tra corpo umano e spazio geometrico: le stampe e video proiezioni sono state selezionate da materiale di ricerca iniziata nel dottorato Form Mind Body Space Time – the Geometry of Human Movement. La ricerca continua con Healing Geometries—una serie di pratiche di movimento in relazione a forme geometriche tridimensionali, quali l’icosaedro, e bidimensionali, che includono cosmogrammi e geometrie sacre quali il mandala.
Geometria, Astronomia e Paesaggio:  S.U.N.F.A.R.M. è il secondo tema. La geometria dell’astronomia viene esplorata nel lavoro di Land Art S.U.N.F.A.R.M., un paesaggio fenomenologico in-fieri, la cui progettazione e realizzazione iniziò nel 1999 nella Hudson Valley (New York, USA). Gli interventi di paesistica hanno la finalità di creare consapevolezza del tempo e dello spazio, nella percezione del cielo la cui  luce si trasforma al trascorrere di ogni istante, creando immagini del trascorrere dei cicli del tempo. S.U.N.F.A.R.M. si colloca nella Land Art, ma anche nella tradizione della rappresentazione del paesaggio nel mondo contemporaneo. GPS, mappe, diagrammi, fotografie da satelliti, modelli digitali sono una componente fondamentale della progettazione e realizzazione.  Il materiale esposto alla Fondazione Primoli include videoproiezioni di Frames of Sky from Earth: Sun Farm e stampe da composizioni digitali di foto, mappe e diagrammi, selezionate dalle migliaia di immagini nell’archivio del progetto.
Nel 1917 D’Arcy Thompson pubblicò On Growth and Form (Cambridge University Press) con la celebre frase “Form is a diagram of forces” che ha ispirato diversi lavori di design e video per Geometria e Natura: La Forma è Diagramma di Forze. Questa sezione presenta studi su forme nel mondo naturale realizzate con algoritmi basati su parametri. Ogni forma presentata nelle stampe e video è la visualizzazione di un processo numerico, descritto nel libro Form Geometry Structure: from Nature to Design (Bentley Institute Press 2011).  La video proiezione include la visualizzazione di tali processi per forme matematiche quali spirali e solidi platonici.

Il catalogo Geometrie del Vivere 1: Inter/Trans Libri accompagnerà la mostra.

ORARI
Lunedì, Mercoledì, Venerdì: 9.30-13.30
Martedì, Giovedì: 9.30-13.30 / 14-17

Ingresso libero

Daniela Bertol è un’artista interdisciplinare, designer e autrice che da più di tre decenni esplora le convergenze tra arte, scienza, matematica e tecnologia. Nel 1991 ha fondato Space Ink. una pratica multidisciplinare con produzione, sia nel mondo analogico che in quello digitale: architettura, land e performance art, computing design e video. Ha pubblicato numerosi saggi e libri, tra cui Form Geometry Structure: from Nature to Design (Bentley Institute Press, 2011) e Designing Digital Space (John Wiley, 1996), il primo libro sulla realtà virtuale in architettura. Il tema trattato nelle prime opere è il rapporto tra spazio e percezione, che ha ispirato le tre serie Architecture of Geometries, Architecture of Images e Architecture of Illusion (1985-1995) realizzate con digital collage, trompe-l’œil, false prospettive e videoinstallazioni. Negli ultimi dieci anni si è dedicata a tematiche di natura fenomenologica, sul rapporto tra movimento umano, spazio, mondo digitale e geometria, orientandosi verso le neuroscienze realizzate con il progetto  Healing Geometries  che prosegue la ricerca iniziata con il dottorato  Form Mind Body Space Time – the Geometry of Human Movement. Nel 2002 ha fondato Sky Spirals Institute, un centro per studi e pratiche su teorie matematiche e cosmologiche realizzate in luoghi e progetti di earth-art, continuando il sito di S.U.N.F.A.R.M., iniziato nel 2001 nella Hudson Valley (Claverack, New York, USA).

Hitnes. GRAND TOUR – Scatole di viaggio 1999 – 2022

Mostra a cura di Giulia Trionfera.

La Fondazione Primoli è lieta di presentare Grand Tour, la mostra di Hitnes inaugurerà venerdì 10 marzo 2023 e si concluderà il 6 aprile 2023.

Grand Tour ci fa entrare nei viaggi che Hitnes ha compiuto dal 1999 al 2022 con una serie di acquerelli su carta e dipinti su tela incastonati in diciassette scatole di cartone realizzate dall’artista. Il filo conduttore che lega ognuna delle scatole sono gli sketchbook, immancabili compagni di viaggio dell’artista, ogni luogo è raccontato attraverso la rielaborazione dei disegni, delle note e degli acquerelli realizzati durante i suoi viaggi.

In questa nuova produzione Hitnes rivolge il suo sguardo verso le linee del paesaggio, oltre a quelle già conosciute dei suoi animali, per lasciare una testimonianza dei luoghi e della loro potenza emotiva. Un diario di viaggio per immagini che avrà come sfondo gli splendidi volumi contenuti nella biblioteca della Fondazione.

In occasione della mostra verrà pubblicato il catalogo
Grand Tour – Scatole di viaggio 1999 – 2022.

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GRAND TOUR – Scatole di viaggio 1999 – 2022

Dal 10 marzo al 6 aprile 2023.

Vernissage: Venerdì 10 Marzo 2023 dalle ore 18.

FINISSAGE: giovedì 6 aprile 2023 18-21 (ultimo ingresso 20.45)

Orari:

Lunedì, Mercoledì, Venerdì: 9.30-13.30
Martedì, Giovedì: 9.30-13.30 / 14-17

Web: http://www.hitnes.com/

Social:   https://www.instagram.com/hitnesio/
https://www.facebook.com/profile.php?id=100057770484371

      

Obiettivo L’Aquila. L’Italia nelle fotografie di Milton Gendel



Mostra fotografica organizzata dall’Accademia di Belle Arti L’Aquila e dalla Fondazione Primoli
A cura di Barbara Drudi e Valeria Petitto

Dall’8 al 26 febbraio
L’Aquila, Sala Navata dell’Emiciclo (Palazzo del Consiglio Regionale) e Foyer del Teatro dell’Accademia di Belle Arti

La mostra si compone di 57 fotografie in bianco e nero, scattate da Milton Gendel tra i primi anni Cinquanta e gli anni Ottanta del Novecento, che raccontano un’Italia ormai scomparsa, attraverso l’occhio attento e ironico del fotografo.

Questi scatti si possono considerare appartenenti alla cosiddetta straight photography, la fotografia diretta. Non sono cioè mai preparati e i personaggi non sono mai “messi in posa”; anzi Gendel cerca di cogliere la realtà così come si presenta davanti ai suoi occhi, ma esaltandone peculiarità e stranezze con uno sguardo scanzonato ed espressivo.

Milton Gendel era nato a New York nel 1918, ma si può considerare cittadino romano sin dal 1950; a Roma infatti visse e lavorò fino al 2018, affiancando alla professione di critico d’arte un’intensa attività di fotografo. Dopo una formazione accademica in Storia dell’arte, sotto la guida del celebre professore Meyer Schapiro, Gendel conobbe e frequentò André Breton e i surrealisti sbarcati a New York nel 1942.  Cominciò a scattare le sue prime fotografie in Cina nel 1945 con una fotocamera Leica e continuò a lavorare fino all’arrivo a Roma.  È qui che Gendel stabilì una fitta rete di relazioni e amicizie personali, sia con gli artisti locali che con il jet-set internazionale, divenendo ben presto – anche grazie alla sua collaborazione con la prestigiosa rivista americana «ArtNews» – una figura chiave nei rapporti politico-culturali (nella cogente cornice della Guerra Fredda) tra New York e Roma.

Una parte della mostra con fotografie di L’Aquila e del suo territorio, insieme a diversi paesaggi urbani di tutta l’Italia (tra le altre Roma, Venezia, Spoleto, Genova), saranno esposte presso la Sala Navata dell’Emiciclo, mentre nel teatro dell’Accademia saranno allestite le fotografie di due reportage di Gendel realizzati n Sicilia (1950) e in Puglia (1954).

La mostra è curata dalla prof.ssa Barbara Drudi (Storia della Fotografia) e dalla dott.ssa Valeria Petitto (curatrice dell’Archivio Fotografico della Fondazione Primoli) insieme agli studenti del I anno del Biennio della Scuola di Fotografia. Una vera esperienza “sul campo” per gli studenti che si sono cimentati con tutte le tappe di costruzione di una mostra allestita in spazi pubblici.

Rassegna stampa

https://news-town.it/cultura-e-societa/42473-accademia-di-belle-arti-dell-aquila,-inaugurato-il-nuovo-anno-accademico.html

L’Ottocento a Villa Farnesina. Il Duca di Ripalda, il Conte Giuseppe Primoli e Roma nuova Capitale d’Italia

Mostra a cura di Virginia Lapenta e Valeria Petitto

Enti promotori: Accademia Nazionale dei Lincei – Fondazione Primoli

In partenariato: École française de Rome, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, Fondazione Pirelli

Con il patrocinio di: Associazione Amici dell’Accademia dei Lincei


In occasione dell’uscita degli Atti del convegno dei Lincei tenutosi il 9 novembre 2021 dal titolo “Villa Farnesina: un esempio di resilienza e valorizzazione da Roma Capitale a oggi”, la mostra “L’Ottocento a Villa Farnesina. Il Duca di Ripalda, il conte Giuseppe Primoli e Roma nuova Capitale d’Italia”, a cura di Virginia Lapenta e Valeria Petitto, che si aprirà il prossimo 12 gennaio (e fino al 25 febbraio a Villa Farnesina) vuole mettere in evidenza gli aspetti comuni di due personaggi, il Duca di Ripalda e il Conte Primoli, entrambi “stranieri” in una città che non conoscevano. Si conobbero e si frequentarono (così come si evince dai diari di Giuseppe Primoli di quegli anni), vivevano entrambi, inoltre, in palazzi affacciati sul Tevere, Villa Farnesina e Palazzo Primoli, che dovettero subire profonde modifiche legate alla costruzione degli argini di contenimento del fiume. Il percorso espositivo accompagnerà il visitatore nella scoperta di queste due figure a partire dal loro incontro: raccontandone la storia si metterà in luce il loro rapporto con la città in cambiamento e le fotografie scattate dal Conte Primoli negli ultimi anni dell’Ottocento diventeranno il fil rouge che guiderà nelle varie tappe del percorso.  Ogni tappa evidenzierà, inoltre, con pannelli identificabili graficamente e cromaticamente, l’aspetto ottocentesco della sala di Villa Farnesina in cui il visitatore si trova. L’ultima sezione della mostra posta al primo piano racconterà la città “intorno a Villa Farnesina”, con un focus su Palazzo Farnese, su Palazzo Corsini e, grazie alla collaborazione con la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, sulle vicende delle Mura Aureliane nell’Ottocento, in particolare sul tratto cosiddetto “della Farnesina”, oggi visibile all’interno del giardino della Villa che costituisce uno dei pochi resti della cinta muraria ancora conservati sulla riva destra del Tevere. Alcuni disegni facenti parte di una raccolta per la prima volta esposta a cura dell’ dell’École française de Rome presenta il lavoro dell’architetto Virginio Vespignani, uno dei protagonisti di quel processo artistico-architettonico di renovatio urbis che voleva avvicinare Roma ai modelli delle capitali europee moderne.

Inaugurazione: giovedì 12 gennaio, dalle 9.00 alle 14.00, ultimo ingresso alle 13.15

Apertura mostra: 12 gennaio 2023 – 25 febbraio 2023, dal lunedì al sabato dalle 9.00 alle 14 (ultimo ingresso alle 13.15) e seconda domenica del mese dalle ore 9.00 alle ore 17.00 (ultimo ingresso alle 16.15)

Comunicato stampa

D’après

50×40
18 artisti per 18 dipinti amati da Marcel Proust (1922-2022)

A cura di Paolo Giorgi

LA MOSTRA

L’uomo dell’anno, Marcel Proust moriva giusto cento anni fa nel novembre del 1922. La sua opera maggiore, la fluviale A la recherche du temps perdu (il romanzo più lungo al mondo) vide il suo primo tomo pubblicato a spese dell’autore, ma al secondo, toccò il Premio Goncourt. Paolo Giorgi pittore che si attiva coinvolgendo colleghi in mostre collettive, laddove un anniversario riguardi una sua passione (l’ultima mostra è stata ordinata sui cento anni dalla scoperta della tomba del Faraone fanciullo Tutankhamon), traendo spunto dai due leitmotiv che percorrono l’opera proustiana, la musica e la pittura,  da quest’ultima, da alcuni dei singoli dipinti dei grandi maestri cui il narratore ricorre con i più svariati pretesti, Giorgi ha tratto l’idea per altrettanti d’après 50×40,  da “commissionare” agli artisti invitati, 18 in tutto, compresi due giovanissimi, per imbastire una mostra assai originale e stimolante che è stata accolta con favore dai vertici della Fondazione Primoli che la ospiterà nei suggestivi locali della Sala Belvedere a Palazzo Primoli in Via Zanardelli 1, dal 14 ottobre.  D’après, francesismo che sta per “tratto da”, è uno stimolante esercizio del fare intorno ad un’opera preesistente, che il pittore è chiamato a rielaborare. Gli antichi copiavano esercitandosi, d’après, figlio della modernità è interpretare, opera originale e autonoma, pratica artistica e libertà che solo la pittura possiede restituendo liberi sia l’immaginazione che la creazione. Il catalogo della mostra disegnato da Sycamore Architecture Research è introdotto da una cronaca dello stesso Giorgi, sulla genesi della mostra, mentre si avvale di un preziosissimo ed esaustivo saggio di Daria Galateria dal titolo Proust, dai pastiches al d’après, un percorso che sapientemente ci accompagna dalla necessità dello scrittore di costruirsi “la propria lingua”, fino al suo smalto finale, unico e universale. Nel medesimo giorno dell’inaugurazione della Mostra, sempre presso i suggestivi locali della Fondazione Primoli dalle ore 17 si terrà, introdotta dal Prof. Roberto Antonelli, e a cura di Fabio Castriota, una discussione sul tema: Riflessioni psicoanalitiche e letterarie sull’opera di Marcel Proust con interventi di Daria Galateria, Marina Breccia, Alberto Beretta Anguissola e Andrea Baldassarro.

Gli artisti
Raniero Botti
Aurelio Bulzatti
Valeria Cademartori
Silvia Codignola
Ennio Calabria
Gioxe de Micheli
Stefania Fabrizi
Mario Fani
Paolo Giorgi
Pierluigi Isola
Massimo Livadiotti
Luca Morelli
Franco Mulas
Daniela Pasti
Mauro Reggio
Salvo Russo

e i giovani talenti

Gianluca Aronni
Nastasya Voskoboynikova

Inaugurazione 14 ottobre 2022 ore 18,30
La mostra sarà aperta dal 14 ottobre al 4 novembre 2022  

Orari:
-dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 14,30 alle ore 17

Paolo Giorgi
da Sandro Botticelli
Sefora, la figlia di Jetro

Raniero Botti
da J. A. McNeill Whistler
Notturno in blu e oro

Valeria Cademartori
da Domenico Ghirlandaio
Vecchio con nipote


Gli artisti

Raniero Botti
architetto assai apprezzato per la sua arditezza del concept nella progettazione delle varie hotellerie che sono la sua alta distinzione professionale, è nato a Roma nel 1960. La sua costante tensione nella ricerca di nuove soluzioni contemporanee non è disgiunta dall’indagine serrata sulla fotografia, i cui risultati sono esposti in mostre personali e collettive tra Roma, Grosseto, Sperlonga, Il Frantoio di Capalbio in dedica ad Armando Trovajoli. L’ombra e i volumi sono la sua interiorità, interpretati sapientemente nelle suggestioni dello spazio e delle proporzioni sia dalla fotografia e da tempo, segretamente, confluiti nella pittura, esposta per ora in autorevoli collettive a Sperlonga per L’infinito di Leopardi, alla galleria Piazza di Pietra a Roma per i Cento anni dalla scoperta della tomba di Tutankhamon e come Art sur l’herbe a Capalbio.

Aurelio Bulzatti
nasce ad Argenta (Ferrara) nel 1954, si trasferisce a Roma nell’1980 per collaborare, con tre personali (1983, 1984, 1987) con la galleria La Tartaruga di Plinio De Martiis. È invitato nel 1984 alla XLI Biennale di Venezia, Aperto 84. Con due mostre personali (1991,1995) collabora con la galleria Netta Vespignani di Roma.  È invitato a due Quadriennali di Roma, Palazzo delle Esposizioni, nel 1986 e 1996. Nel 2005 la Galleria comunale di Ciampino, Roma, gli organizza una retrospettiva, con oltre 40 opere. Nel 2008 un’altra retrospettiva al comune di Argenta, Ferrara, dal titolo “Passaggi”; è al MMACRO di Roma nel 2010 in “Arte a Roma 1960-2000” e al Museo d’arte contemporanea MAXXI nel 2014 al convegno “Partorire con l’arte, l’arte di partorire”. Nel 2010 è invitato alla LIV Biennale di Venezia, Padiglione Italia. Nel 2016 è invitato alla collettiva Matchless Gifts al Bhakti Center di New York.  E nel 2019 ha dipinto tre quadri all’interno della rassegna “ATELIER” al Museo d’arte contemporanea MACRO di Roma.

Valeria Cademartori
nasce a Roma nel 1970. Dal 1997 collabora con la Galleria ll gabbiano di Roma, con la qual realizza diverse mostre personali, presentate da Emilio Garroni, Alessandro Riva, Marco Di Capua, Duccio Trombadori. fino al 2010. Espone anche in altre gallerie italiane, tra cui la Galleria Forni a Bologna, la Ceribelli a Bergamo, e in gallerie internazionali, partecipando a mostre collettive in Cina, in Turchia, alla Fiera di New York, a Berlino. Hanno scritto di lei inoltre Ruggero Savinio, Costanzo Costantini, Maria Egizia Fiaschetti, Flavia Matitti, Roberto Gramiccia. Nel 2011 ha partecipa alla Biennale di Venezia, a Palazzo Venezia a Roma. Nel 2009 vince il Premio Catel, Roma, Terzo Premio. Nel 2004 vince il Premio Città di Monaco, al XXXVI Prix International d’Art Contemporain de MonteCarlo. Alcune sue opere fanno parte della Raccolta d’Arte della Direzione Nazionale della CGIL.

Ennio Calabria
nasce a Tripoli nel 1937. Vive e lavora a Roma. È del 1958 la sua prima personale alla galleria La Feluca di Roma. Nel 1961 è tra i fondatori del gruppo “Il pro e il contro”. Considerato tra i pittori più significativi del periodo, tra gli anni Sessanta e Settanta vive profondamente il rinnovamento della cultura artistica e partecipa a molte rassegne internazionali tra cui la Quadriennale di Roma e la Biennale Internazionale d’Arte di Venezia. Tiene la sua prima antologica alla Rotonda della Besana a Milano nel 1985; due anni dopo a Roma a Castel Sant’Angelo. Negli ultimi anni realizza alcune importanti mostre, tra queste: Palazzo Pubblico di Siena; Reggia di Caserta, Palazzo dei Normanni a Palermo. Nel 2017 è uscito il primo libro a lui dedicato da Ida Mitrano Ennio Calabria. Nella pittura la vita, edizioni Bordeaux. Nel corso della sua attività artistica Calabria ha ricevuto numerosi e prestigiosi riconoscimenti. Sue opere sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero.

Silvia Codignola
è nata a Ivrea, vive a Roma. Lavora prevalentemente con media tradizionali – pittura ad olio e tempera all’uovo, acquarello, creta, gesso. Per molti anni ha insegnato allo IED di Roma. Dal 1996 ha esposto i suoi lavori in gallerie private e musei, come la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma (2004) e il Padiglione Italia della Biennale di Venezia (2011). Ha prodotto lavori su commissioni private e pubbliche. Tra gli altri il mosaico della fontana di Piazza San Cosimato a Roma, tre grandi quadri per Il Tempo (quotidiano di Roma) e opere per Francesco De Gregori e Paolo Sorrentino. “Autobiografia della madre” è stata la sua ultima mostra personale, al Museo Bilotti di Roma curata da Lea Mattarella, con catalogo pubblicato da Quodlibet. A Ottobre e Novembre 2022 sarà artista in residenza presso I Tatti, The Harvard University Center for Italian Renaissance Studies.

Gioxe De Micheli
è nato a Milano il 27 gennaio 1947. Giovanissimo è andato “a bottega” da due tra i più rappresentativi esponenti del “Realismo esistenziale”, Giovanni Cappelli e Giuseppe Martinelli, in seguito, a Brera, sotto la guida di Gianfilippo Usellini, ha frequentato i corsi di Decorazione e Affresco. Di lui hanno scritto critici e poeti: da Raffaele De Grada, Giovanni Testori, Dino Buzzati, Luigi Carluccio, Raffaele Carrieri e Rossana Bossaglia, a Giorgio Seveso, Giovanni Raboni, Elena Pontiggia, Vivian Lamarque, Gianfranco Bruno e Chiara Gatti. Nel 1994 ha realizzato un grande trittico per il Palazzo di Giustizia di Milano e nel 2001 a Collodi, un murale per la Fondazione Pinocchio. Dal 2013, il suo Polittico della Maternità, trova definitiva collocazione nella chiesa di San Biagio a Camaiore (LU). Sue opere si trovano nell’Ospedale nuovo di Grosseto e nella Parrocchia di San Luca Evangelista a Milano. Vive e lavora a Milano.

Stefania Fabrizi
vive e lavora a Roma. Ha partecipato a mostre personali, collettive e pubbliche: Zisa (PA) – Palazzo Esposizioni (RM) – Museo d’Arte Paolo Pini (RM) -Ex Mattatoio (RM) -Trevi Flash Art Museum – Tokyo Museum – Parlamento Europeo Bruxelles – Museo del Corso (RM) – Cartiere Vannucci (MI) – Flower East Gallery di Londra – Mahmoud Khalil Museum, Cairo. Tra le mostre degli ultimi anni segnala: Arte Italiana per il XXI secolo, Palazzo del Ministero degli Affari Esteri, (RM) – On thè edge of Vision. New idioms in indian & italian contemporary art, Victoria Memorial Hall, Calcutta – Cantiere in corso, ARATRO Università degli Studi del Molise (CB) – Arte Italiana, Palazzo Reale (MI) -Artiste in Italia nel XX secolo, Palazzo Mediceo, Seravezza (LC) – Quadriennale d’arte (RM), Palazzo Esposizioni (RM) ~Artisti Italiani e Cinesi a confronto, Padiglione Italia, Expo Shanghai. Shanghai – Workshop Istituto di Cultura Italiano a Tripoli –I Guerrieri della Luce MAAM (RM) – Bienal Fin del Mundo, Buenos Aires – 2015: Linee di Confine, Museo Bilotti (RM) – Workshop Istituto Italiano del Cairo.

Mario Fani
nasce a Poppi (AR) nel 1950. Autodidatta, inizia la sua attività espositiva nel 1990 con una mostra personale nel castello dei Conti Guidi di Poppi. Nel 1997, dall’incontro con il critico d’arte Arnaldo Romani Brizzi, nasce una collaborazione con la galleria il Polittico, da lui diretta in collaborazione con Massimo Gaggiano. Nel 1999 vi terrà la prima personale, e per oltre 20 anni, fino alla sua chiusura, parteciperà a tutte le mostre collettive che la galleria organizza, in sede, in spazi museali prestigiosi in Italia e all’estero. Negli stessi anni inizia la collaborazione con la Galleria Rieder di Monaco di Baviera e con la Galleria Brugger di Berna, presso le quali ancora espone. Le opere dell’artista sono presenti in collezioni private e pubbliche, tra cui la Collezione Permanente del Senato della Repubblica Italiana.

Paolo Giorgi
nato a Grosseto nel novembre 1940, vive a Roma. Un ciclo di dipinti su La montagna incantata di Thomas Mann nel 1984, lo pone all’attenzione della critica più provveduta. Mostre personali in gallerie di Milano, Brescia, Genova, Ferrara, Bologna, Roma, è invitato a tre edizioni della Quadriennale 1988, 1989, 2005 ed è del 2011 quello alla Biennale di Venezia, Padiglione Italia alle Corderie dell’Arsenale. Nel 2018, presso la Sala delle Risonanze dell’Auditorium Parco della Musica, è ordinata la mostra del suo ciclo di dipinti in dedica al melologo di Richard Strauss Enoch Arden. Nel 2018 espone presso il Conservatorio di Santa Cecilia a Roma, 12 Acquerelli sulla figura di Gustav Mahler, mostra che sarà ospitata nel 2019 presso il Kulturzentrum di Toblach-Dobbiaco. Nel 2022 espone in una mostra di acquerelli presso la Galleria Civico 1 di Carrara. Sue opere sono in collezione presso la Galleria Comunale d’Arte Moderna, i Musei Capitolini, il Macro di Roma.

Pierluigi Isola
è nato a Roma, città dove vive e lavora. Figlio d’arte, inizia molto presto a frequentare la pittura nello studio paterno dove ha occasione di frequentare artisti come Renzo Vespignani, Riccardo Tommasi Ferroni, Angelo Canevari, Romano Parmeggiani. È stato allievo di Piero Guccione, Alberto Ziveri, Marcello Avenali e Nato Frascà. Ha esposto in mostre personali e collettive in Italia e all’estero; tra le gallerie private con cui ha collaborato: Galleria Falteri, Firenze; Galleria Porta Latina, Roma; Centro culturale Le Muse, Andria; Libreria Galleria La Conchiglia, Capri; Nathalia Laue Galerie & Edition, Francoforte sul Meno; Galleria Don Chisciotte, Roma; Galleria Giulia, Roma; Galleria La Nuova Pesa, Roma. Ha esposto alla XII Quadriennale di Roma e alla 54 Biennale di Venezia, Padiglione Italia, Corderie dell’Arsenale, Venezia. Collezioni pubbliche e istituzioni: MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma; Istituto Centrale per la Grafica, Roma;Camera dei Deputati, Roma; Pinacoteca Comunale d’Arte Contemporanea,Gaeta;Biblioteca Vaticana, Città del Vaticano; Basilica di S.Clemente a Roma.

Massimo Livadiotti
nato in Libia, vive e lavora a Roma. Principali mostre personali in Italia (Milano, Roma, Bologna, Parma, Latina, Alessandria…), due antologiche presso il Museo Petofi di Budapest (1997) e presso la Societad Nationales de Belas Artes di Lisbona (2000). Ha partecipato alla XII Quadriennale di Roma, alla mostra ‘Giganti’ al Foro di Nerva a Roma nel 1999 e nel 2010 alla LXI edizione del Premio Michetti a Francavilla a Mare.“Temi dechirichiani nella pittura di Massimo Livadiotti: gli anni 80” tesi di laurea presso la Facoltà di Lettere dell’Università La Sapienza di Roma (A.A. 2004/2005); e “Massimo Livadiotti”, tesi monografica presso l’Accademia di Belle Arti di Catania (A.A.2007/2008).  Collezioni pubbliche e private: Collezione della Farnesina, MACRO di Roma, Collezione Bulgari, Collezione Agrati, l’Istituto Pontificio di Archeologia Sacra a Roma, la Sede Centrale INPS di Roma.

Luca Morelli
nasce a Roma, consegue nel 1990 il diploma di pittura presso l’Accademia delle Belle Arti di Roma.  L’inizio della sua attività espositiva parte nel 1999 a Roma, seguiranno diverse esposizioni sino alla collaborazione a partire dal 2006 con la Galleria Il Polittico di Roma. È da ricordare con la stessa galleria la sua mostra personale “Il principio del risveglio” del 2010. Seguiranno altre mostre personali, nel 2017 con la Galleria KoArt di Catania e nel 2019 con la galleria  28 Piazza di Pietra a Roma. Tra le collettive si ricorda: “Nuovi Pittori della Realtà” 2007 Pac- Milano, “Contemplazioni” Castel Sismondo Rimini, nel 2016 “per Whielm Hammershoi” a Roma presso Hotel Art, le più recenti nel 2019: “La stanza segreta” dalla Collezione Caggiano, Gualdo Tadino (PG). Nel 2016 un suo dipinto viene acquisito dal  MEAM – Museu Europeu Art Modern di Barcellona. Nel 2017 gli viene assegnato il  2° Premio nella rassegna internazionale “44° Premio Sulmona. Vive e lavora a Roma.

Franco Mulas
nasce a Roma nel 1938 dove presso l’Accademia di Francia studia Pittura. Nel 1989 consegue il Premio Presidente della Repubblica dell’Accademia di San Luca. Si susseguono importanti mostre personali in gallerie e musei: Galleria La Nuova Pesa a Roma, Bergamini e Trentadue a Milano, Forni a Bologna e Cà D’oro ancora a  Roma. E’ presente nel 1981 alla mostra Arte e critica presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, nel 1991 viene ordinata una sua mostra antologica presso il romano Palazzo Braschi, nel 1998 al Palazzo dei Priori di Volterra un omaggio al suo lavoro dal 1980 al !998. E’ invitato alla Quadriennale di Roma, alla Biennale di Milano, al Premio Fiorino a Firenze, alla Biennale di Venezia. Due collettive prestigiose lo annoverano tra gli espositori: Pittura Italiana a Vienna e poi a Varsavia e Arte Italiana a San Paolo del Brasile. Nel 2013 espone presso il romano Museo Bilotti e nel 2017 al Palazzo dei Capitani di Ascoli Piceno ed è annunciata, per il 16 dicembre 2022, una sua mostra antologica a Sassoferrato. 

Daniela Pasti
inviata culturale del quotidiano La Repubblica, ha sempre segretamente coltivato la pittura sino alla sua prima mostra personale, ordinata da Claudio Strinati, presso il romano Castel Sant’Angelo. Seguono partecipazioni a collettive di prestigio e a tema come il bicentenario di Verdi all’Auditorium della Conciliazione a Roma e alla Galleria Cà d’Oro di Miami (USA), l’omaggio a Giorgio Morandi tra l’Art Hotel di Roma e il Comune di Grosseto come anche tributi all’opera di W.Hammerschoi, Armando Trovajoli, Mary Shelley, Daniel Defoe e Federico Fellini. Una sua personale è ospite della Maison d’Italie a Parigi nel 2014. A Sperlonga, presso la Torre Truglia, nel 2019 è tra gli invitati ad evocare in una collettiva, il bicentenario de L’infinito di Leopardi o a Roma alla Galleria Piazza di Pietra per i cento anni dalla scoperta della tomba di Tutankhamon, nel 2022.

Mauro Reggio
è nato a Roma nel 1971. La passione per la pittura avuta sin da subito lo porterà nel 1993 al conseguimento del diploma di laurea con lode all’Accademia di Belle Arti della sua città. Risalgono a quel periodo i primi contatti con mercanti e galleristi. Negli anni successivi si concentra soprattutto sul paesaggio urbano di cui esalta prospettive e architetture spogliandole dei segni e della presenza dell’uomo per metterne in evidenza le geometrie e i colori, le trasforma nel vero e unico soggetto del quadro: tangenziali e gasometri, palazzi barocchi e archeologie industriali ritratti in un presente senza tempo. Molte sono le esposizioni personali e collettive sia in Italia che all’estero in gallerie di prestigio, musei e spazi istituzionali, con due partecipazioni alla Biennale di Venezia (2011 e 2015).
I suoi dipinti sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private tra le quali si segnalano quella della Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma (Macro), la Collezione Farnesina presso il Ministero degli Affari Esteri, quella del Senato sella Repubblica Italiana. Vive e lavora a Rocca di Papa (RM).

Salvo Russo
nato ad Acicastello (CT) nel 1954, docente di pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Catania. Nel corso del 2005 una sua opera è stata acquisita nella collezione del Senato della Repubblica Italiana, Palazzo Madama. Nel 2011è invitato alla 54° Biennale di Venezia. Ha esposto e collaborato con la Galleria Gian Ferreri di Milano e con Il Polittico di Roma. Ha eseguito copertine per la LUISS di Roma . Fra le principali mostre personali e collettive: Complesso Santa Chiara (NA) / Pal dei Capitani – Ascoli, Mole Vanvitelliana -Ancona, MAXXI– Roma, Palazzo Reale- Milano, Reggia di Caserta, Palazzo Venezia, Dallas-Mosca, Città del Vaticano. Bulgari – Tokio – Kioto / Citizen Col. Foundation -New York, Londra, Bruxelles, Barcellona, Stoccarda,  Barbizon , Myconos , Zagabria, Melburne,  Oostende,  Ancara,  Bucarest, Cairo,  Grenoble, Beirut,  Towsville,  Brisbane,  Damasco,  Lubiana,  Budapest,  ecc.

I giovani talenti

Gianluca Aronni
nasce nel 1987 a Roma dove frequenta sia il Liceo Artistico che successivamente l’Accademia di Belle Arti. Nel frattempo è invitato da Carla Mazzoni a due importanti collettive come “I percorsi dell’anima” e “Ut pictura poesis” presso la Galleria i Preferiti. È presente nei “Self portraits” presso l’Accademia di Belle Arti sempre a Roma, quindi espone alla Galleria Latina a cura di Pierluigi Berto per “Sulle tracce di Ingres” e “Nel cerchio di Moreau” tra il 2018 e 2019. Intanto, nel 2014 aveva tenuto la sua prima mostra personale presso la Galleria Spazio 23, a cura di Roberto Maria Siena dal titolo assai evocativo della sua tendenza estetica: “L’arcadia travolta da Ossian

Nastasya Voskoboynikova
nata in Russia nel 1985, nel 2007 si iscrive all’Accademia di Pittura, Scultura e Architettura di Iliya Glazunov a Mosca, una delle più famose Accademie della Russia. Già nei primi anni di studi i suoi lavori sono acquisiti dalla collezione permanente del museo dell’Accademia e pubblicati nell’Enciclopedia della storia dell’Accademia. Fra il 2008 e il 2010 collabora con i musei russi (Galleria Tret’jakov e Ermitage di San Pietroburgo) dove effettua numerose copie dei capolavori dei maestri del passato. Nel 2011 si trasferisce in Italia, dove prosegue la sua formazione nell’Accademia di Belle Arti di Roma. La collezione permanente dei Musei Vaticani acquisisce un suo disegno. Partecipa a mostre collettive contemporaneamente anche in Russia e in Cina in spazi espositivi importanti come Manege di Mosca e di San Pietroburgo e Dingyuang International Art Center di Pechino. Le sue opere si trovano presso collezioni private in Russia, Italia, Vaticano, Cina, Irlanda, Francia, Spagna e Messico.

When in Rome – Mostra

Il vernissage di giovedì 7 Luglio rappresenta l’ultima tappa di questo viaggio nell’arte urbana che la Fondazione Primoli ha intrapreso insieme a quattro artisti romani: Warios, Elia 900, 13 Truth e Dodici.

Nella mostra collettiva saranno esposte le opere dei quattro artisti riuniti in questa occasione per raccontare un percorso che ha radici comuni, ma risultati molto differenti tra di loro. Ciascuno di loro, infatti, ha continuato a coltivare le inclinazioni già emerse in passato con i graffiti, per poi perfezionare tecniche e stili che oggi sono testimonianza della loro evoluzione in campo artistico.

Durante gli aperitivi che si sono svolti nel mese di giugno, il pubblico è stato invitato a conoscere singolarmente gli artisti, mentre realizzavano una tra le opere che saranno esposte nella mostra. Il tema scelto per questi incontri è il rapporto con la loro città, Roma.

L’opportunità di accorciare la distanza tra artista e pubblico ha generato un dialogo tra persone di diverse generazioni e culture, che si sono confrontate sul modo di creare, interpretare, vivere ed esprimere l’arte. Uno scambio che ha avvicinato ed ha arricchito entrambe le parti; poiché gli artisti si sono mostrati in una situazione più intima, mentre il pubblico è stato testimone del processo creativo di un’opera d’arte. 

Nel live painting Warios ha rispettato la sua natura di calligrafo: il pubblico ha potuto seguire con lo sguardo il pennello che si muoveva sulla tela, tracciando, con precisione quasi chirurgica, una citazione che è un omaggio alla città eterna. Come una formula magica, infatti, RomAmor è formato dalla parola Roma e dalla sua speculare Amor, che significa assente dalla morte.

Elia 900 ha scelto di sottolineare la sua passione per geometrie utilizzando come tecnica la linoleografia. Nelle sue opere l’omaggio a Roma è presente nei calchi presi direttamente dai tombini, dalle geometrie che richiamano le architetture dei palazzi romani e dai pattern dei tessuti impiegati, che sembrano fondersi con le copertine della biblioteca Primoli.

Le icone di 13 Truth hanno preso forma sulla tela con istinto e naturalezza, quasi ispirati dalla sala nella quale l’artista ha dipinto. I due volti classici ritratti in un vivido rosso sgocciolante, sono forse stati ripresi dalle statue della terrazza, oppure da qualche litografia appesa alle pareti della Fondazione.

Dodici ha riportato la sua esperienza personale, raccontando le emozioni che lui stesso vive nella città natale ad ogni suo ritorno. Questa volta, i consueti personaggi fanno posto ad un nuovo soggetto ed una nuova sfida: il pubblico è invitato ad immedesimarsi in sentimenti così universali, da essere comuni anche tra gli animali.

Vernissage
Giovedì 7 luglio 2022 alle 18.30

Mostra
Dall’8 al 21 luglio 2022
Lunedì-Venerdì
Dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 17

GALLERIA FOTOGRAFICA