I Greci di fronte ai geroglifici. Morte di una scrittura e nascita di un mito

Ciclo di quattro conferenze di Jean-Luc Fournet, professore al Collège de France (Parigi)
Maggio-giugno 2024


Nell’ambito delle Lectures méditerranéennes 2024 dell’École française de Rome.

Tema delle conferenze

Ben più di una forma di scrittura utilizzata in maniera continuativa dagli Egizi fino alla fine del IV secolo d.C., i geroglifici hanno da sempre esercitato un grande fascino, sollevando interrogativi e stimolando fantasiose suggestioni molto oltre i confini della valle del Nilo e il tramonto della civiltà dei faraoni. Segni destinati alla comunicazione, hanno assunto poco a poco i contorni del mito per incarnare il paradigma di una scrittura deputata a nascondere segreti ineffabili, al punto che non sarebbe bastato Champollion a spezzare l’incantesimo che ancora oggi ci rapisce di fronte all’Egitto e ai suoi misteri.

Gli Hieroglyphica del filosofo greco Orapollo, un’opera che da sola esemplifica la storia di queste fantasticherie mediterranee, sarà il filo conduttore di un viaggio che ci porterà dalle sponde del Nilo a quelle del Tevere, passando per Costantinopoli. Il trattato, scritto come si ritiene nel momento in cui geroglifici stavano cadendo in disuso, offre una testimonianza del fascino esercitato sui Greci da questa antica scrittura. Rinvenuto su un’isola delle Cicladi nel 1419, e portato in Italia, questo testo avrebbe alimentato una vera e propria “geroglificofilia” di cui Roma sarebbe stata a lungo l’epicentro grazie ai suoi monumenti egizi. Ma c’è da chiedersi se quest’opera, peraltro l’unica sui geroglifici giunta fino a noi dall’antichità greco-romana, non rappresenti essa stessa un mito da sfatare.

Programma

Il tramonto della cultura geroglifica

Martedì 21 maggio 2024, ore 18.00-19.30

Ambasciata di Francia in Italia Institut français Italia, palazzo Farnese, salone d’Ercole (piazza Farnese 67)

La fine di una scrittura è un fenomeno tanto suggestivo quanto concettualmente istruttivo. Inventati poco prima del 3100 a.C., i geroglifici e le scritture che ne derivarono (ieratica e demotica) dovettero confrontarsi con il nuovo ordine linguistico instaurato a seguito della conquista dell’Egitto da parte di Alessandro nel 332 a.C., quando il greco divenne la lingua del nuovo Stato, mentre l’egiziano e le sue scritture furono relegati a un ruolo di secondo piano. La riduzione dell’Egitto a una provincia dell’Impero romano nel 30 a.C. non fece che acuire questo fenomeno già in atto. Tracciando la traiettoria del progressivo declino delle scritture geroglifiche fino alla loro definitiva estinzione nel 394 (per i geroglifici) e nel 452 (per il demotico), il nostro obiettivo è individuare i fattori che ne hanno determinato la scomparsa e la conseguente sostituzione con la scrittura copta, destinata a diventare dominante in Egitto per diversi secoli. Dietro quest’ultimo fenomeno in particolare si cela una rivoluzione culturale e religiosa di cui il cristianesimo è stato il detonatore.

Per partecipare alla conferenza inauguraleprenotazione obbligatoria tramite il formulario online (nei limiti dei posti disponibili).


I Greci e i geroglifici: tra fascinazione e fraintendimenti

Lunedì 27 maggio 2024, ore 18.00-19.30

Accademia di Francia a Roma – Villa Medici (Viale della Trinità dei Monti, 1)

Il mito dei geroglifici, nelle forme in cui si è sviluppato nell’Europa moderna, trae le proprie origini dall’interpretazione che i Greci diedero delle scritture egizie. Sedotti dalle sirene dell’“egittofilia” al più tardi a partire dall’età di Erodoto (V secolo a.C.), i Greci, una volta stabilitisi in Egitto, ne studiarono da vicino la cultura e le forme della scrittura. Ma lo fecero con un approccio più da filosofi incuriositi dall’alterità di questo sistema grafico e dalle sue implicazioni intellettuali, che da filologi intenzionati a comprenderne le modalità di funzionamento. Spettatori e artefici del declino e della scomparsa delle antiche grafie egizie, lasciarono numerose testimonianze scritte del loro interesse per i geroglifici. Diffusesi nel resto del mondo ellenistico e riscoperte durante il Rinascimento, queste opere hanno segnato profondamente la visione che i “moderni” ebbero dell’antica scrittura egiziana. Con i Greci entreremo nella fabbrica del mito dei geroglifici.


Orapollo: l’autore di un trattato greco sui geroglifici?

Lunedì 3 giugno 2024, ore 18.00-19.30

Fondazione Primoli (via Giuseppe Zanardelli, 1)

L’unica opera greca interamente dedicata ai geroglifici, sfuggita al naufragio della letteratura classica, sono gli Hieroglyphica di Orapollo, il cui manoscritto, rinvenuto da un prete italiano sull’isola di Andro nel 1419, nel 1422 si trovava a Firenze. Il trattato avrebbe potuto cambiare il corso della storia della decodificazione dei geroglifici, anticipando quest’ultima di quattro secoli. L’autore, un intellettuale alessandrino appartenente a una famiglia pagana, nutriva interessi per la cultura e la religione degli antichi Egizi: era dunque nella condizione di poter fornire nei suoi scritti informazioni corrette e di prima mano su questa grafia. Ma così non fu: il testo, pur descrivendo circa duecento geroglifici con relativa interpretazione, non ebbe alcuna eco nell’Antichità e a dispetto della popolarità di cui godette a partire dal Rinascimento, non fece che fuorviare i “moderni” nella loro ricerca della chiave d’interpretazione dei geroglifici. Sebbene vi si ritrovino tutti i pregiudizi dei Greci sui caratteri della scrittura egizia, il trattato solleva tuttora numerosi interrogativi sulla data e il contesto della sua redazione, al punto da mettere in dubbio le certezze che fino a oggi si credeva di avere su questa opera: e se anche gli Hieroglyphica fosse un testo ancora tutto da decifrare?


Gli errori di decodificazione: decostruzione di un mito

Lunedì 10 giugno 2024, ore 18.00-19.30

Museo Nazionale Romano, Palazzo Altemps (via di S. Apollinare, 8)

Tra la scoperta del trattato di Orapollo e la decodifica dei geroglifici a opera di Jean-François Champollion a partire dal 1822, gli studi sulla scrittura degli antichi Egizi si erano sostanzialmente arenati, malgrado la civiltà dei faraoni continuasse a destare l’attenzione e l’interesse degli studiosi. Il fatto che non fosse ancora avvenuto il ritrovamento di un reperto simile alla stele di Rosetta (scoperta nel 1799) non basta a spiegare questa stagnazione, le cui cause sono riconducibili in parte a quei pregiudizi dei Greci che l’Europa moderna ereditò al tempo della riscoperta entusiasta della letteratura classica in età rinascimentale. Dopo aver contribuito ad accelerare la scomparsa dei geroglifici nella fase finale della loro storia, i Greci ne rallentarono, loro malgrado, il momento della decodificazione consegnando al mondo moderno le fantasticherie che avevano elaborato su questa scrittura e che funsero come una sorta di blocchi epistemologici. La riscoperta delle opere neoplatoniche, contestuale a quella del trattato di Orapollo, non fece che sviare una volta di più i tentativi degli “antiquari” – primo fra tutti il gesuita Athanasius Kircher – di restituire un significato alle iscrizioni in geroglifici. La nascita delle discipline storico-filologiche, destinate a trionfare nell’Ottocento, è avvenuta anche grazie alla decostruzione del mito elaborato intorno ai geroglifici.


LECTURES MÉDITERRANÉENNES

Dal 2016, le “Lectures méditerranéennes” organizzate a Roma esplorano la storia del Mediterraneo da diverse angolazioni. Sono stati sette i precedenti cicli di conferenze sui seguenti temi: Mazarin et l’Italie raccontato da Olivier PoncetUn nuovo mondo nel Mediterraneo: l’Islam (VII-X sec.) presentato da Annliese NefSorelle latine con Andrea GiardinaI viaggi filosofici di Averroè, Maimonide e Montaigne interpretato da Ali BenmakhloufGli insulti del giovane Dante. Poesia e politica a Firenze con Giuliano Milani, e Dalla res publica alla repubblica, tra antichità e modernità con Claudia Moatti, e Gli Ottomani e il passato mediterraneo: narrazioni, eredità, patrimonio con Edhem Eldem.

Queste “letture” intendono sottolineare il ruolo centrale giocato dallo spazio mediterraneo nella costruzione del mondo europeo, come lo traduce l’espressione «culla di civiltà» spesso utilizzata a tal proposito. Da millenni queste ultime si sono succedute forgiando un universo la cui originalità è stata più volte sottolineata.

Si tratta d’interrogare la realtà contemporanea del Mediterraneo al prisma delle diverse scienze sociali. Rivisitare le epoche e i personaggi del passato posando su di loro il nostro sguardo e le nostre domande di uomini e donne del XXI secolo, dare ai grandi interrogativi che attraversano questo inizio del secondo millennio (mobilità, ambiente, religione, territorio, etc.) la profondità della riflessione storica, questa è l’ambizione che guida le “Letture”.

Il relatore dell’edizione 2024: Jean-Luc Fournet

Jean-Luc Fournet, dopo essere stato membro dell’Institut Français d’Archéologie Orientale del Cairo (1992-1996), e successivamente ricercatore presso il CNRS (1996-2004), nel 2004 è stato nominato direttore degli studi di papirologia greca all’École Pratique des Hautes Études, prima di diventare nel 2015 titolare della cattedra di “Cultura scritta della tarda Antichità e papirologia bizantina” al Collège de France. È inoltre membro dell’equipe “Monde byzantin” dell’UMR 8167 “Orient et Méditerranée”. Come editore di papiri ha sviluppato un approccio globale alla documentazione, focalizzando la propria ricerca sulle interazioni tra testi letterari e testi documentari e, più in generale, sulla civiltà del Tardoantico, con un particolare interesse per il pluralismo linguistico e le modalità di espressione della cultura scritta.

Tra i suoi lavori recenti: The Rise of Coptic: Egyptian versus Greek in Late Antiquity, Princeton-Oxford 2020 e l’edizione degli Hieroglyphica d’Horapollon de l’Égypte antique à l’Europe moderne: histoire, fiction et réappropriation (Studia Papyrologica et Aegyptiaca Parisina, 2, Paris 2021).

Informazioni pratiche:

Le conferenze si terranno in francese, con traduzione simultanea in italiano.
Iscrizione obbligatoria per la conferenza a palazzo Farnese il 21 maggio 2024 (formulario online).
Ingresso libero nel limite dei posti disponibili per le altre conferenze. La prenotazione è consigliata tramite i formulari online, che saranno pubblicati su questo sito. 

Discours sur la décadence des lettres, de Mathurin Régnier à Charles Baudelaire

Giustizia umanizzatrice e riconciliatrice

De la grâce à la distinction. Éloge de la sprezzatura

Entrée libre sur inscription : https://my.weezevent.com/sprezzatura

Diego Angeli tra arte e letteratura

La Giornata di Studi, secondo appuntamento del ciclo ‘Storie d’archivio’, e realizzata in collaborazione con l’Università del Piemonte Orientale e con la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, intende mettere in luce la figura versatile e affascinante di Diego Angeli (Firenze 1869-Roma 1937), scrittore, traduttore, critico d’arte e pittore dilettante, giornalista mondano ma anche cronista di guerra durante il primo conflitto mondiale, e primo direttore del Museo Napoleonico di Palazzo Primoli a Roma.

Programma

Mattina 9.30-13

Introduce e modera Cecilia Gibellini (Università del Piemonte Orientale)

Gianni Oliva (già Università D’Annunzio di Chieti-Pescara)
L’altro D’Annunzio. Diego Angeli cronista mondano

Chiara Degano (Università Roma Tre)
Diego Angeli traduttore di Shakespeare

Pausa

Martina Ardizio (Università del Piemonte Orientale)
Diego Angeli narratore tra realtà e finzione romanzesca

Riccardo D’Anna (saggista)
Roma effimera: motivi e figure nella poesia di Diego Angeli

Pausa pranzo

Pomeriggio 15-17.30

Introduce e modera Riccardo De Palo (giornalista)

Marco Pupillo (Museo Napoleonico)
Diego Angeli direttore del Museo Napoleonico (1927-1937) e storico dell’età napoleonica e della Restaurazione

Silvia Telmon (Museo di Roma in Trastevere), Martina Tramontana (storica dell’arte)
Adoratori della bellezza e di cose note

Silvana Bonfili (curatrice storica dell’arte), Francesca Lombardi (storica dell’arte)
Taccuini romani, i dipinti di Diego Angeli della collezione del Museo di Roma in Trastevere

LOCANDINA

COLETTE ET L’ITALIE

Fragilités democratiques: égalité-inégalités

Saluti e introduzione
Letizia Norci Cagiano de Azevedo e Paola Cattani

Intervengono:

Florent Guénard (Université Paris Est Creteil), La passion de l’égalité, Seuil, 2022
Michela Nacci (Università di Firenze), Il volto della folla, Il Mulino, 2019

Con il supporto di Institut français Italia

Dietro la scena. Le carte e i luoghi dell’archivio di Mario Praz

La giornata, che inaugura il ciclo “Storie d’archivio”, intende mettere in luce aspetti poco conosciuti della figura dello studioso, a partire dagli appunti e dalle carte conservate a Palazzo Primoli, per delineare le sue modalità di studio e la genesi delle sue opere, aprendo a nuove prospettive di ricerca.
Studioso di vastissima cultura e di squisita curiositas, Mario Praz (Roma, 1896-1982) è stato una delle figure eminenti del Novecento europeo, per la ricchezza delle letture, la finezza della scrittura critica, l’inesauribile erudizione e memoria delle arti.
Data la personalità poliedrica dello studioso, la giornata prevede l’intervento di anglisti, italianisti e storici dell’arte, nonché degli archivisti che si sono occupati delle carte in possesso della Fondazione Primoli (principalmente legate ai lavori scientifici dello studioso e alla sua biblioteca) e di coloro che ne hanno studiato l’archivio personale, conservato al Museo Praz.

PROGRAMMA

Ore 9.30 – Apertura dei lavori. Presiede Letizia Norci Cagiano
Giovanna Robustelli, archivista – Viaggio nel laboratorio d’autore
Antonella Barina, giornalista e saggista – L’archivio del Museo Praz: il mare magnum di un collezionista seriale di ricordi
Raffaele Manica, Università Tor Vergata – Come lavorava Praz?

Pausa

Benedetta Bini, Università della Tuscia – Londra anni ’50
Francesca Condò, direttrice Museo Praz – Sapientia sibi aedificat domum

Ore 13 – Pausa pranzo

Ore 14.30 – Presiede Alberto Abruzzese
Richard Ambrosini, Università Roma Tre – Il campione degli anglisti. Mario Praz negli archivi RAI
Piero Boitani, Sapienza Università di Roma – “La scoperta del paesaggio” e la Valle del Pussino

Pausa

Graziella Pulce, saggista – Charles Lamb in Mario Praz: continuità di una presenza
Patrizia Rosazza-Ferraris, direttrice emerita del Museo Praz e Paolo Castelli, storico dell’arte –
Le sparse membra dell’archivio Praz

Conclusioni e saluti: Roberto Antonelli, presidente della Fondazione Primoli, e Massimo Osanna, direttore generale Musei

Visite guidate al Museo Mario Praz ore 18 e 18.30 (su prenotazione a info@fondazioneprimoli.it, gruppi di 10 persone)

In collaborazione con il MiC – Direzione dei Musei statali della Città di Roma.

Il convegno è realizzato grazie al contributo concesso dalla Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali.

Laicità e integrazione dei migranti negli Stati dell’Unione europea

La Légende des poètes (XIXe-XXIe siècle)

Stendhal, De l’Amour. 200 anni dopo | 200 ans après

Convegno internazionale nel bicentenario della pubblicazione.

Giovedì 1° dicembre
ore 14.45

Accoglienza dei partecipanti e saluti

Introdurre a De l’Amour | Situer De l’Amour

Presiede Luca Pietromarchi

Roberto Antonelli (Sapienza Università di Roma – Accademia dei Lincei)
Lorenzo Mainini (Sapienza Università di Roma)
Tradizione e modernità nello specchio di De l’Amour

Pausa caffè

Hélène de Jacquelot (Università di Pisa)
De l’Amour 1822. Essai d’orientation

Francesco Fiorentino (Università di Bari)
Alla ricerca dell’erotismo moderno

Venerdì 2 dicembre
ore 9.30


Orizzonti | Horizons

Presiede Alberto Beretta Anguissola

Gioia Paradisi (Sapienza Università di Roma)
Forme dell’amore dall’Antichità e dal Medioevo in De l’Amour

Benedetta Papasogli (LUMSA)
La Rochefoucauld «cristallizzato», o il piacere di amare tra le Maximes e De l’Amour

Pausa caffè

Marco Piazza (Università Roma Tre)
Stendhal e l’amore: alla scuola degli Idéologues e oltre

Alessandra Aloisi (University of Oxford)
«En amour tout est signe»: De l’Amour e gli inizi della psicologia

ore 14.45 – Visita al Museo Napoleonico (su prenotazione)
 
ore 15.45

Dall’esperienza al romanesque | De l’expérience au romanesque

Presiede Vincent Raynaud

Jean-Jacques Labia (Université Paris Nanterre)
Des Journaux à l’essai sur l’Amour. Aller à « Voltaire », revenir de Werther

Xavier Bourdenet (Université de Rennes 2)
De l’Amour ou le roman dans l’essai

Daniela Gallo (Université de Lorraine)
Il bagaglio visivo del lettore del De l’Amour

Sabato 3 dicembre
ore 9.30

Résonances | Risonanze

Presiede Gianfranco Rubino

François Vanoosthuyse (Université de Rouen)
Théorie de l’amour et identité de genre

Maria Scott (University of Exeter)
Des Lettres sur la sympathie à De l’Amour : une dette inavouée ?

Pausa caffè

Benedetta Bini (Università della Tuscia)
William Hazlitt, De l’Amour e il silenzio di Albione

Franco D’Intino (Sapienza Università di Roma)
In voluptate psychologica. Risonanze del De l’Amour in Italia

Conclusione dei lavori

BROCHURE

Il convegno si può seguire anche online:
Giovedì 1 dicembre
Venerdì 2 dicembre
Sabato 3 dicembre

Médias & Viralité

Colloque international