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La francese Annie Ernaux ha vinto il premio Nobel per la letteratura
“per il coraggio e l’acutezza clinica con cui svela le radici, gli allontanamenti e i vincoli collettivi della memoria personale”; la sua scrittura, come spiega il Comitato che assegna il premio, è “come un’arma affilata per sezionare la verità”.
Nata in Normandia nel 1940, è la sedicesima autrice d’oltralpe a ricevere il Nobel per la letteratura, facendo della Francia il Paese che ne ha ricevuti di più nella storia del premio. I suoi libri autobiografici, fra i più famosi Les Années (premio Strega Europeo 2016), L’événement, Une Femme (premio Gregor von Rezzori 2019), sono stati studiati e pubblicati in tutto il mondo.
Annie Ernaux ha scritto una ventina di volumi, insigniti da vari premi, a partire dal Renaudot assegnato nel 1984 per La Place.
Nella sua lunga carriera, la scrittrice ha seguito una traiettoria di scrittura che l’ha portata da un primo romanzo giovanile aspro e violento a una autobiografia storica di ampio respiro. Il suo stile clinico, senza lirismi, può suscitare sentimenti contrastanti, ma è certo che con questo stile impersonale Annie Ernaux ha reinventato i modi e le possibilità dell’autobiografia, trasformando il racconto della propria vita in acuminato strumento di indagine sociale, politica ed esistenziale.